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venerdì 25 febbraio 2011

Tripolitania

Tripolitania
Tripolitania
lettere che suonano come un cancro,
un’eco nella carne giovane di speranza
istanti prima del massacro.
vecchie voci metalliche
si levano dal grammofono dei ricordi…
il mio sdegno non guarisce,
non allevia le ferite delle madri.
Tripolitania,
titola il teatro del delirio,
la spiaggia è un deserto di carne,
l’ombrellone piantato nelle viscere
pesa quanto il piombo,
l’ombra
rinfresca la sabbia,
nasconderebbe il sangue,
escluderebbe il sole.
Anche il Libeccio abdiga,
rinnega qualsiasi idea di surf.

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