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giovedì 17 febbraio 2011

Dalla raccolta immaginaria: Piccoli racconti dimmerda in forma di poesia: AFFINARE LE ARMI





AFFINARE LE ARMI






Le luci scivolavano sul pelo dell'acqua,
parevano
staccarsi dai lampioni ,
ditate elettriche di bimbo , strisce d'arancio su petrolio ,
fino quasi a sfiorare la sponda opposta del fiume,
e me.

l'aria ,
era quella umida delle sere di giugno,
afa e vapore
sul pelo del fiume,
densa,
di musica nera e rovente
come immagino essere
Agosto a New Orleans.

il mio bicchiere sudava
e sudavo anch'io,
il retrogusto
legnoso del rum
veniva schiaffeggiato
da onde di Cola
e le piccole schegge d'iceberg
clorate,
inesorabili
annacquavano il tutto.

Oltre il piccolo palchetto allestito per la serata,
la gente si riuniva in piccoli gruppi,
chiacchierava.

Pochi prestavano attenzione ai tre ragazzi di Boston
che si dannavano l'anima
e si struggevano
nelle le note roventi di “autumns leaves”
riarrangiata in maniera meravigliosamente acida..;

non importa..., pensai ...
La bellezza
è fatta per disperdersi,
e quella più nobile
deve necessariamente avere
il retrogusto esotico
dello spreco...

Si consumavano ,...i musicisti,
come se ,ogni nota,fosse
l'ultima della propria esistenza,
e ….mi consumavo anch'io..


mi vedevo sorridere e bruciare
spartivo lo spartito ,
la passione, la sofferenza
le pene...,
mostrando poca dignità
sorridevo incondizionatamente.
Mi venne in mente il viso estasiato
di “Ray Charles “mentre suonava,
era felice,pensai..
e forse ero felice anch io;

forse perchè non avevo mani da stringere
e labbra da baciare...
ma m'innamorai perdutamente
di quegli accordi inaciditi dal tempo
come se il più nobile dei vini
a fine serata
dopo averti inebriato di profumi selvatici
di donna,,di mirtilli,di uva, di more
e di menta fresca..
alla fine,
mi avesse ripulito il palato
col il più pregiato degli aceti...

ecco..,
quando non si ama una donna
si comincia ad amare
ciò che mai
altrimenti
si amerebbe...

questo fu il pensiero della serata...

ricordo male gli occhi che ho incrociato
ritornando a casa...
gli appuntamenti declinati,
le telefonate mancate...
e la carne che non ebbe soddisfazione..
ma , spesso,
mi chiedo tornando a casa in solitaria
simulando la solitudine
ed impersonando la briciola di pane avanzata
dal banchetto avidamente consumato...,

mi chiedo...

se sia meglio giustificare il sudore notturno
con delle labbra affamate di carne,
oppure,
sudare per sudare,
sublimare lentamente nella notte
e sacrificare la mia lussuria
nel nome del desiderio
e della più matura tenerezza...

mi sentii quella sera..
come se il più feroce rapinatore di banche
aspettasse il complice
per compiere il colpo memorabile...
nell'attesa...al bar, sorseggiando roba forte
affinare le armi...
non abbassare la guardia
sezionare lo spazio con gli occhi...
attendere...sornione...attendere.

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