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mercoledì 2 marzo 2011

Il mercoledì e la diabolica,umana capacità del perseverare
i fuochi di babilonia
non mi danno tregua,
risuonano dentro la mia anima
come i vecchi falò di San Giuseppe,
ma,tolgono il sorriso di bocca
e forse un giorno mi toglieranno il pane.
Ho dato al mio peccato originale
il nome del più infido dei demoni,
Occidente.
Per quanto i confini
siano carta velina,
ho il  piede mancino
inchiodato per il collo
alle mie strade,
viaggiare è soltanto una maniera per conoscere,
la curiosità ci porterà alla morte,
dopo aver assaporato l’inevitabile 
solitudine della libertà.
L’oriente brucia 
come il mio stomaco 
di lundì mattina,
brucia e fa pensare.
Tutti gli errori intelligenti
ci pongono domande…
intanto, lo stomaco,
come la terra,
brucia e fa pensare…
anche adesso…
di Mercoledì sera.

3 commenti:

  1. "l’inevitabile/solitudine della libertà." Mi ha chiamato alla mente una frase che mi rappresenta:
    "La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza." (P. P. Pasolini)

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  2. la curiosità è la sola che spinge verso l'altrove, oltre il noto, l'immaginabile, il saputo, il pensabile, ...insomma oltre l'umano.. per l'immaginabile, l'incredibile...il dogma, il disumano o scintilla del divino.patrì.

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