la solitudine mi aggrazia il passo,
guadagno lo spazio senza contare il tempo,
la macchina è soltanto una stanza sull’asfalto.
la vita mi rigetta oltre la misura,
sogno, vivendo, la nostalgica melodia del ritorno,
ovunque mi trovi divento pensiero del pensiero,
la mia forma organica,poi,
mi tradisce come un crampo,
riporta il mio sguardo alla strada
e rossi si infiammano le luci degli stop
astigmatici,sfumano oltre la pioggia
verticali come lance stagliate verso il cielo.
ritorno dalle terre del cuore vittorioso e vinto
ho sporcato le parole con il vino senza alcuna ebbrezza
in ogni bocca c’è un vuoto
in ogni mano c’è un segno
in ogni nome un ricordo,
tutto si sversa all’infinito nella vita,
come un vuoto si infrange sopra un altro vuoto,
e questo vuoto riempie l’universo.
bellissima la solitudine ti aggrazzia il passo e rende alato il piede...come una danza in punta di piedi disegna coreagrafie di elissi, parabole e iperboli...patrizia
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